“Dislocazione”

 

 

“Dislocazione”

Di Roberto Pozza

Eddy Spendolino è addetto culturale all’ambasciata Americana di Roma, ex professore universitario di storia, amante dell’arte e cultore delle sue origini italiane, fa una vita del tutto normale e per certi versi monotona. A una conferenza di fisica quantistica incontra il dottor Hollingworth dell’istituto Max Planck di Berlino e una sua cara amica italiana Anna, da quel momento la sua vita sarà segnata da un radicale cambiamento e senza volerlo dovrà affrontare una serie di avventure che gli faranno comprendere che il mondo in cui vive è molto diverso da quello che appare.

Nelle librerie e on line

Guppo Albatros

 

Nota dell’autore

La realizzazione di questo libro parte da lontano, prima della mia adolescenza, quando scoprii i libri di due autori che mi hanno influenzato in tutto il mio percorso successivo Salgari e Verne.

Mi fa tristezza che oggi raramente i giovani si accostino a questi due autori, e forse non si accostino per nulla alla lettura: troppe distrazioni a portata di mano, troppe alternative accattivanti e facili da consumare o forse  troppo lontano lo stile e le narrazioni che si svolgono in quei libri: libri troppo vecchi?

Io su quei libri ho fantasticato e sognato: mondi lontani, luoghi selvaggi e sperduti, capitani avventurosi e scienziati arditi. Forse è per queste letture che poi ho intrapreso una professione tecnico/scientifica: ingegneria. Questa scelta ai miei occhi poteva permettermi di aspirare a realizzare i sogni premonitori di questi autori che  continuavano a moltiplicarsi nella mia mente, complice la lettura nella giovinezza avanzata di tanti titoli di “Urania”.

Asimov, certo, ma anche Simak, Dick, Clarke, Bradbury e tanti altri, i padri fondatori della fantascienza moderna. Insomma per farla breve sono un modesto appassionato di fantascienza.

Leggo che spesso la fantascienza non è considerata un vero e proprio genere letterario, destino che condivide talvolta con i gialli, i noir, i rosa. Forse è vero, spesso chi legge fantascienza non vuole leggere fantascienza, e non sempre si ritrova in mano un buon libro, ma attratto  della narrazione si trova a giustificare anche piccole imperfezioni letterarie, forse è anche per questo che mi sono cimentato in questa avventura: proprio perché non mi interessa essere  giudicato come autore di letteratura, cosa a cui non voglio aspirare,  bensì  come amante  di fantascienza.

Il primo tentativo di scrittura risale ad almeno venti anni fa, scrissi sicuramente qualcosa, ma non ho ritrovato in seguito nulla, a causa dello sviluppo forsennato della tecnologia, probabilmente i files sono in qualche dischetto magnetico in fondo a qualche scatola in cantina. Il lavoro ideativo però non è andato perso, come vi spiegherò in seguito.

All’epoca non ne feci nulla, come è evidente, giustificandomi con il grande impegno professionale, con l’indaffaramento continuo per la famiglia che andavo a costruire e tante altre giustificazioni: tutte rigorosamente  strumentali.

Ci riprovai circa dieci anni fa: stessa conclusione, tranne per il fatto che quello che riuscii a scrivere l’ho ancora sottomano, e questo mi induce a credere che forse qualche giorno potrei effettivamente portare a termine l’opera, cosa che non ho fatto finora.

E veniamo a “Dislocazione” finalmente sono riuscito a realizzare il mio piccolo sogno: quello di poter essere annoverato tra gli scrittori di fantascienza.

Ho in mente un progetto  ambizioso, perché nella mia mente questo è il primo di una trilogia, cosa che in fantascienza attira come il miele, e perché recupera in qualche modo la fantascienza delle origini quella di Verne.

Per chi ha letto Verne è una banalità, per chi non lo avesse fatto o molto più prosaicamente vista l’età, non se lo ricordasse, Verne parla al suo presente. Parla cioè di una realtà immanente che ha già al suo interno gli elementi del fantastico: il capitan Nemo di Ventimila lege sotto i mari  è un contemporaneo di Verne, e l’autore vuole convincere il lettore che un tipo così strano esiste realmente.

Ecco, il mio libro parla della realtà, nel filone di una “via italiana” alla fantascienza, per il quale non posso non citare Vittorio Catani, deceduto da poco e che così tanto ha lasciato il segno;  non parla ne alieni ne di viaggi intergalattici, ma vuole convincere il lettore che siamo già ora immersi nella fantascienza, in un modo immaginario e fantastico che tuttavia è reale.

Il secondo della trilogia “I gemelli quantici”  è già finito e vedrà la stampa credo tra un anno e continuerà la narrazione di questa ipotesi di reale, anche se paradossalmente la stessa realtà che stiamo vivendo è diventata già surreale, onirica.

Spero che il libro possa essere un valido passatempo in questo momento di forti restrizioni. ma vuole anche essere uno stimolo a riflettere sul nostro essere, sulla nostra esistenza e in fin dei conti sul significato della nostra vita.

Per gli amanti dei racconti, ho finito un terzo libro che spero di pubblicare prossimamente, dove tra l’altro sono riuscito a recuperare l’idea che mi venne venti anni fa, vedremo.

Ne frattempo buona lettura qualsiasi cosa vogliate leggere, compreso il mio modesto contributo: “Dislocazione”